DOTT.SSA SIMONACASTELLUCCIA

Psicologia a Arteterapia: Un castello di sabbia: la storia di Elyn R. Saks

lunedì 22 gennaio 2018

Un castello di sabbia: la storia di Elyn R. Saks

Leggere storie di vita è sempre stato per me di grande interesse. Soprattutto quando si tratta di autobiografie e le persone dimostrano grande coraggio nell'aprirsi e raccontare di sè.

Questa è la storia di Elyn R. Saks 

una donna di 62 anni docente universitaria di legge, adjunct professor di psichiatria in California, laureata a Oxford e a Yale, sposata e determinata a far comprendere alle persone che cosa significa confrontarsi e convivere con la schizofrenia.
In questo libro, tanto scorrevole e accessibile nella lettura quanto preciso e dettagliato nella comprensione delle fasi della malattia, Elyn Saks racconta di sé, della propria esperienza della schizofrenia, di cosa succede quando sta vivendo un episodio psicotico, delle diverse reazioni della persone che incontra nel corso della sua vita di fronte al tema delle "malattie mentali"... 

Ho voluto inserire questo libro nel blog del mio sito perché la testimonianza di Elyn può essere utile per chiunque, sia per coloro che si trovano a vivere questa malattia da molto vicino o personalmente, sia per chi voglia sapere di più sulla schizofrenia

Opera realizzata durante un percorso di Arte Terapia in un servizio di Salute Mentale.

Ho iniziato questa lettura per caso durante la preparazione di un seminario sulle psicosi, era in bibliografia di un noto testo di psicoanalisi. Pensando agli studenti e a coloro che incontrano sulla propria strada persone che stanno vivendo la sofferenza e le difficoltà della malattia ho trovato una frase scritta da E.Saks durante uno dei primi ricoveri ospedalieri in Inghilterra, estremamente fondamentale, per nulla scontata se guardiamo con onestà la storia, anche recente, dei servizi di salute mentale in molte parti del mondo:
"Dopo qualche giro di domande i dottori mi spiegarono con cura quali fossero le loro raccomandazioni. In Inghilterra, una raccomandazione su una terapia era esattamente questo – una raccomandazione. Lasciare l’ospedale, restare ricoverati, prendere dei farmaci, partecipare o meno ad attività di gruppo – non sono mai stata costretta a fare nulla di tutto ciò, ogni decisione è sempre stata mia.

Anche nei momenti di massima follia, ho interpretato questo come una dimostrazione di rispetto. Quando sei davvero pazzo, il rispetto è un salvagente che qualcuno ti lancia in mezzo al mare. Afferralo e forse non affogherai."

Opera realizzata durante un percorso di Arte Terapia in un servizio di Salute Mentale.

Credo che il rispetto sia alla base di qualsiasi relazione umana, ancor di più con persone che vivono esperienze di sofferenza così sconvolgenti come la schizofrenia.
Concludo questo articolo con un pensiero di E.Saks, dalle ultime pagine del suo libro:
"Di recente, un'amica mi ha fatto una domanda: se esistesse una pillola che potesse curarmi all'istante, la prenderei? Al poeta Rainer Maria Rilke venne offerto di andare in analisi. Declinò la proposta dicendo: "Non portatemi via i miei demoni: potrebbero fuggire anche i miei angeli". Capisco bene cosa intendesse. Nella sindrome maniaco-depressiva, la mania è stata descritta come uno stato di piacevole iper-eccitazione che porta con sé una sensazione di onnipotenza. Questa non è l'esperienza della schizofrenia, perlomeno non per me. La mia psicosi è un incubo da sveglia, in cui i miei demoni sono così terrificanti che tutti i miei angeli sono già fuggiti. Se dunque prenderei quella pillola? All'istante.

Ciò detto, non vorrei che qualcuno pensasse che rimpiango di aver perso la vita che avrei potuto avere se non fossi stata malata. [...] 
Ciò che rende la vita meravigliosa - dei buoni amici, un lavoro pieno di soddisfazioni, delle relazioni sentimentali importanti - è altrettanto prezioso tanto per quanti di noi combattono con la schizofrenia quanto per chiunque altro. [...] Per chi è malato di mente, la sfida è trovare la vita che è giusta per lui (o per lei). Ma, a essere onesti, non è in fondo la sfida per tutti noi, malati di mente o meno? La mia fortuna non è stata guarire dalla malattia mentale. Non sono guarita, nè guarirò mai. La mia fortuna è stata trovare una mia vita."

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